Notizia

“La scienza uccide”: esce il libro della nostra dottoranda Ilaria Rizioli!

13/08/2024
“La scienza uccide”: esce il libro della nostra dottoranda Ilaria Rizioli!

E’ da poco uscito il primo libro di Ilaria Rizioli, dottoranda in Scienze dell’Ingeneria del nostro Dipartimento, intitolato La scienza uccide - un’indagine di Maurizia Dalbuono.

Ilaria fa parte del gruppo di ricerca di meccanica delle vibrazioni (MechVib) e porta avanti la sua ricerca con un’impronta sperimentale, spesso in collaborazione con alcune aziende del territorio. Prima di intraprendere questo percorso, Ilaria ha conseguito la laurea triennale e magistrale in Ingegneria Meccanica e in seguito ha vinto una borsa di ricerca, sempre presso il nostro Dipartimento, per circa un anno. Al termine di questo periodo, la passione sviluppata per ciò di cui si occupava l’ha spinta a candidarsi per il dottorato. 

Come e quando è nata l’idea di scrivere un libro? 

La scrittura è un passatempo che ho da molto tempo, ma l’ho ripreso seriamente nel 2020 durante il lockdown. Dall’anno della pandemia ho dedicato a questo hobby costanza e impegno prima scrivendo alcuni racconti brevi e poi il romanzo “La scienza uccide”. In questo percorso credo che mi abbia aiutato molto il metodo di studio universitario. 

Per quale motivo hai deciso di ambientarlo all’Università di Ferrara?

Mi erano venute in mente alcune idee tratte da un argomento d’esame e da una conferenza divulgativa dei “Venerdì dell’Universo”. Oltretutto, tra le righe del romanzo, volevo dare risalto all’importanza della ricerca scientifica. Ho l’impressione che quest'ultima venga percepita come una sorta di iperuranio, che non riguardi e che non abbia implicazioni sulla cittadinanza, ma non è affatto così!

Dunque, l’Università mi sembrava la scenografia più opportuna dove sviluppare la trama. In particolare, ho richiamato la camera anecoica presso il Tecnopolo e il polo biochimico Mammuth, ma tutto il resto è inventato. 

Avevi già in mente tutta la trama quando hai iniziato a scrivere o l’hai sviluppata in corso d’opera? 

Per poter scrivere un romanzo come un racconto, mi sono resa conto che è necessario, almeno per me, definire prima la trama e i personaggi in modo schematico. Poi, in corso d’opera si fanno gli aggiustamenti necessari. 

Come è stato conciliare la scrittura al lavoro?

Dedico tempo alla scrittura nei fine settimana invernali grigi e piovosi o alla sera, in genere. Scrivere dopo cena è più impegnativo, ma con pazienza, come una formica, aggiungendo una frase per volta, il testo prende corpo. 

Ti aspettavi di riuscire a pubblicarlo quest’anno?

Sinceramente? No. Per un/a scrittore/scrittrice esordiente è molto difficile trovare una casa editrice non a pagamento. Sono stata fortunata a trovarne una in meno di un anno dalla conclusione del romanzo. 

Pensi che continuerai a scrivere? 

Sì, è un passatempo che mi dà soddisfazione e dopo questa prima pubblicazione sono ancora più stimolata ad andare avanti. Preparatevi a un’altra indagine dell’ispettrice Dalbuono!